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lunedì 29 febbraio 2016

Gli Oscar di Phillip Island...continua nel blog

               And the winner is...

Miglior attore Chaz Davies: una grande interpretazione del pilota d'altri tempi, pronto a tutto pur di     vincere lottando fino all'ultima staccata, fino a quando le leggi della fisica glielo permettono
                    
Miglior regia Jonathan Rea: dirige le due manche da campione consumato, lascia sfogare gli avversari illudendoli di poterlo battere, ma quando decide di smettere di giocare cala l'asso che ha nel polso destro e si prende i 50 punti delle due vittorie

Miglior attore non protagonista Davide Giugliano: si tiene lontano dai guai (stranamente) e dalla bagarre che conta in entrambe le manche, raccogliendo un quarto posto e un podio esibendosi in uno dei più bei sorpassi del round australiano. Ben tornato

Migliore attrice Kawasaki Ninja: è ancora lei la moto da battere, tanto motore e ciclistica a puntino. Nelle mani di Rea sembra viaggiare su binari

Migliori effetti speciali M. Van Der Mark: con una moto ancora targata Cartagine, si esibisce in numeri circensi degni del Cirque du Soleil. Merita una moto migliore per essere sempre protagonista

Oscar alla carriera per Nicky Hayden: cambia categoria, cambia moto, cambia gomme e torna il vecchio Kentucky Kid. Le novità gli fanno bene

Miglior cortometraggio a Tom Sykes: corto quanto le sue fughe a Phillip Island

Miglior scenografia per Guintoli e la sua R1: sempre inquadrati sullo sfondo ma mai veramente nella mischia

Miglior film alla WSBK: se queste sono le premesse, sarà una grande stagione

domenica 28 febbraio 2016

1926 - 2016: novant'anni di passione Ducati...continua nel blog

Sono passati 90 anni dal piccolo condensatore elettrico chiamato "Manens" all'attuale produzione di motoveicoli ammirati in tutto il mondo.
Nei primi anni di attività l'azienda produce calcolatori, radio, macchine fotografiche e cineprese diventando una delle aziende italiane più tecnologiche degli anni '30. Ma è solo nel dopo guerra che rinasce la Ducati come la conosciamo oggi, come casa produttrice di motoveicoli. Il primo della stirpe fu il Cucciolo e grazie alla sua produzione si rese necessaria la scissione in due branchie: la Ducati Elettronica e la Ducati Meccanica.
In quegli anni arriva alla corte Ducati il "padre" del Desmo e delle future motociclette: l'Ingegner Taglioni (il Dottor T).
Durante la sua permanenza in azienda produsse quasi mille progetti, portando la casa di Borgo Panigale alle competizioni e introdusse i capisaldi della tradizione Ducati: la distribuzione desmodromica (1956), il bicilindrico ad L di 90° (1971) e il telaio a traliccio (1979).
In seguito (1985) con l'arrivo del gruppo Cagiva e di nuovi tecnici (Massimo Bordi e Gian Luigi Mengoli) si entrerà nell'era del Desmo quattro raffreddato a liquido e delle sue innumerevoli vittorie nel campionato mondiale Superbike.
Grazie alle vittorie e alle gesta di piloti come Fogarty, Bayliss e Falappa (ancora amatissimi oggi) si creò il Mito delle Rosse di Borgo Panigale in pista. Uomini/piloti  che davano ogni domenica il 100% del loro talento per poter trionfare. Sempre in quegli anni, nacquero le due moto più amate dai ducatisti di tutto il mondo: la 916 (scaturita dalla matita di Massimo Tamburini) e il Monster (opera del designer Miguel Galluzzi).



Nel 1998 cambiò nuovamente proprietà passando alla gestione dell'americana Texas Pacific Group, prendendo la denominazione di Ducati Motor Holding SPA.
Nasce la "messa biennale" per tutti i fedeli: il WDW ( World Ducati Week), il più grande raduno mondiale di motociclette Ducati.
Si entra nell'era Motogp con il progetto di Filippo Preziosi: la Desmosedici.
Nel 2006 agli americani subentra la Investindustrial Holdings di Bonomi. Continua a cresce il volume di vendite e nel 2007 arriva il coronamento di un sogno: la Ducati è Campione del Mondo Motogp grazie a Casey Stoner e all'estro dei progettisti italiani. "Davide" ha sconfitto "Golia". Una "piccola" realtà italiana è riuscita a piegare i colossi giapponesi nella massima espressione del motociclismo.
Nel 2011 nasce una nuova icona di bellezza dal centro stile Ducati: la 1199 Panigale, che vincerà
svariati premi (tra cui il Compasso d'oro e il Red Dot Award: the best of the best, massima onorificenza nel campo del design) ma che introdurrà anche nuovi contenuti tecnici (il motore superquadro e il telaio monoscocca).
Nel 2012 Ducati entra a far parte del gruppo automobilistico Volkswagen AG, raggiungendo nel 2015 il record di vendite per l'azienda, con ben 54.800 moto vendute.
E siamo giunti ai giorni nostri, ma non per questo alla fine di questa fantastica storia. Le pagine sono ancora bianche e spetta ai nuovi protagonisti dell'azienda
continuare a scrivere la storia riempiendola di successi, Passione e grandi motociclette.

Eccesso di cuore...continua nel blog

24 ore sono bastate, a Chaz Davies, per passare dalle stelle alle stalle.
Grandissimo coraggio, grandissimo talento...eccesso di cuore.
Ai tifosi piacciono questi piloti indomiti, pronti a sacrificarsi per ottenere il risultato di prestigio, mai paghi della posizione, che non si accontentano, pronti ad andare oltre le possibilità della moto, pronti a sfidare le leggi della fisica per stare davanti agli avversari. Ma è veramente quello che vogliamo? Davide Giugliano, grande talento e sempre pronto a buttarsi per giocarsi la posizione alla roulette russa, piuttosto che accontentarsi, negli anni è stato "condannato" come sprecone e ora ha quasi più detrattori che sostenitori. Si è spinto talmente oltre da saltare quasi tutta la stagione passata (a causa di un infortunio) e ora è stato affidato alle cure di Aligi Deganello per sopire il suo fuoco combattivo in favore di una condotta di gara più accorta, meno sprecona. Abbiamo visto in queste due gare come sia cambiato il suo approccio alla corsa. Molto più conservativo e attendista, meno rischi del passato che gli han fruttato un 4° posto e un podio. Niente male dopo tutti i mesi di assenza.
Questo non è un processo a Chaz Davies (troppo presto, il campionato è appena iniziato e tutto può succedere), ma in ottica mondiale si ritrova già con un gap di 24 punti dopo solo due manche, con un Rea che sembra aver iniziato il mondiale come l'aveva terminato: padrone assoluto della moto e della pista, in grado di viaggiare su un binario con la sua Ninja, in grado di fare quello che vuole, quando vuole grazie ad una manifesta superiorità. Per fermare un pilota così serve si tanto cuore, ma anche tanto cervello (oltre ad una gran moto), perchè il mondiale non si vince con i KG di testosterone lasciati in pista, ma con una condotta anche più conservativa. A volte accontentarsi non è sinonimo di codardia, ma di grande saggezza. E' giusto provarci, ma fino a un certo punto, perchè quella linea sottile che divide il gesto eroico da un'impresa fallimentare va superata solo se è possibile farlo veramente...se si vuole riportare il mondiale a Borgo Panigale, mondiale che ormai manca da 5 lunghissimi anni. Si preannuncia una grande stagione fatta di emozioni forti e grandi duelli in pista. L'importante non è vincere le singole battaglie...ma vincere la "guerra".

sabato 27 febbraio 2016

Il "Gallese Volante"...continua nel blog

Dall'anno scorso, noi ducatisti, abbiamo trovato un nuovo supereroe. Un ragazzo tranquillo lontano dalle piste, che si trasforma in un animale da gara appena indossa il casco e scende in pista. Ha nella staccata il suo super potere, con la quale sconfigge gli avversari sorprendendoli con manovre impossibili per loro. Ma proprio come i supereroi ha un punto debole. La sua kriptonite è verde come quella di Superman, ma viene dal Giappone ed è la Kawasaki di Rea
Scherzi a parte, Chaz Davies sta conquistando sempre più il pubblico della WSBK (non solo i ducatisti) con la sua guida aggressiva, ma anche con la sua tenacia. Quando la moto glielo permette, diventa un vero mastino che non molla mai l'avversario fino al traguardo. Che fosse un buon pilota l'aveva già dimostrato vincendo il campionato SS nel 2011 e portando alla vittoria tutte le moto che aveva cavalcato in SBK prima di Ducati (Aprilia e BMW), ma dall'anno scorso c'è stata un'ulteriore crescita agonistica. Dopo l'infortunio di Giugliano, ha preso in mano la situazione nel box, lavorando meticolosamente sulla moto in previsione gara (non è un poleman) e mettendoci "del suo" per portare in alto la Panigale (ancora a secco di vittorie nel mondiale). Ha dimostrato una grinta incredibile buttando il cuore oltre l'ostacolo da metà campionato (quando la moto è cresciuta e permesso) in avanti, agguantando la seconda posizione in campionato. Vederlo guidare fa tornare in mente i grandi del passato in sella alle Rosse di Borgo Panigale. Quest'anno è ripartito nuovamente alla grande e solo Rea e la sua Kawasaki sembrano in grado di rallentare il "Gallese Volante" verso il traguardo più importante...ma questa avventura è ancora tutta da scrivere. 

venerdì 19 febbraio 2016

Dal 2010 ostentiamo ottimismo...continua nel blog


 Era il 17 ottobre 2010 e son passati ormai quasi 6 anni dall'ultima vittoria della Ducati in Motogp. Da allora si sono susseguiti alla guida della Rossa molti piloti, diversi ingegneri e innumerevoli moto con talmente tanti step evolutivi che nemmeno in Samsung con i loro Galaxy sono riusciti a superarli. Però in tutti questi cambiamenti c'è sempre stata una costante comune: l'ottimismo.
Talmente ottimisti da risultare ormai stucchevoli quando lo ostentano nonostante sia fuori luogo come oggi. Ci è mancato il guizzo, il passo non è distante...ma abbiamo capito la direzione da prendere (quella del ritiro?)
La verità è che in sei giorni di test i piloti ufficiali sono stati messi dietro da quelli del team Pramac e Avintia. Colpa della moto nuova ancora da sgrezzare? Potrebbe, gli altri team con Ducati usano basi più collaudate, resta il fatto che i loro avversari ufficiali neanche si sognano di farsi mettere dietro dai loro team satellite. I campioni danno la zampata anche nei test, i campioni vogliono primeggiare, è intrinseco nel loro DNA.
Agli appassionati non serve necessariamente il Mondiale per entusiasmarsi, ai Ducatisti serve vedere i loro piloti combattere per portare in alto il loro marchio. Vedere la "belva" vivacchiare su altre 18 piste a fare piazzamenti, sentendosi raccontare quanto poco manca per stare coi primi, diventa frustrante... quando ormai tutti sanno che quello che manca alla moto ce lo deve mettere il pilota. Il  pilota compensa quello che manca alla moto, nessuna moto è perfetta. La Yamaha senza Lorenzo non avrebbe vinto nulla dal 2009, la Honda senza Marquez non sarebbe così imbattibile. Quelle moto sembrano a posto perchè c'è chi compensa le lacune progettuali guidando al di sopra delle stesse, cosa che riesce benissimo a Casey Stoner, ma che gli viene negato (nei test) per non destabilizzare gli ufficiali. Cose da pazzi, sembra che non si voglia fare il massimo per tornare a vincere. Forse questo è un processo alle intenzioni esagerato senza aver ancora visto una gara, forse dovrò ricredermi e sarò felice di rimangiarmi tutto, ma tutto questo mi sa di déjà vù..  

mercoledì 3 febbraio 2016

Test Sepang Day3: che spreco non vederlo correre...continua nel blog

Tre giorni di test e una solo certezza: Lorenzo fa paura.
Fa paura in quanto a tempi sul giro con le nuove Michelin, e fa paura per il passo.
Inavvicinabile per chiunque.
In generale le Yamaha sembrano quelle più avanti con lo sviluppo della moto 2016, quelle che si sono adattate meglio al cambio regolamentare, perchè anche Rossi (pur lontano dalle prestazioni del campione del mondo) viaggia stabilmente in seconda posizione.
Le Honda invece sembrano soffrire maggiormente i cambiamenti, mai un acuto dal loro pilota di punta la dice lunga sui problemi, pur piazzandosi al terzo e quarto posto della classifica dei tempi ma con distacchi imbarazzanti per la casa motociclistica più grande del pianeta.
Ducati invece sembra più competitiva con la moto 2015 (più evoluta al momento) nata per calzare le vecchie Bridgestone, che piazza come miglior pilota il "collaudatore" Stoner al quinto posto, seguito da Petrucci con la gp15 del team Pramac e subito dopo Iannone con la GP16 con praticamente lo stesso tempo di Scott Redding con la seconda delle Ducati Pramac.
In generale, al momento, sembra più una differenza di "manico", più che un "problema tecnico" la differenza tra le Rosse. I piloti ufficiali sono avvisati, se non daranno il 110%, quest'anno avranno le loro gatte da pelare tra collaudatori e team satellite soprattutto in previsione del rinnovo dei contratti.
Se il problema di questa moto è solo il polso destro, la soluzione c'è già....basta convincere Casey a salire in sella. Sarebbe uno spreco di proporzioni bibliche non sfruttare il potenziale dell'australiano per colmare il divario dai migliori.

lunedì 1 febbraio 2016

Motogp Sepang test Day1....continua a leggere nel blog

Dovizioso 13° a 2", Iannone 5° a 1"2.
Non è servito Stoner per mettere dietro gli ufficiali, ma un più "modesto" Petrucci con la Pramac che si piazza 4° a 1"1 da Lorenzo. È solo il primo giorno, non sappiamo quali lavori stessero effettuando, ma siamo lontanucci (come tempi) dalla vetta. Se invece, facciamo come gli esperti TV e togliamo chi non ci garba (in questo caso Lorenzo che ha fatto un altro mestiere ), possiamo dire che son tutti li (6 piloti in 6 decimi)...
Ma siccome bisogna considerare tutti...quest'anno (per il momento) siamo messi peggio.
L'anno scorso (con gomme Bridgestone) i due piloti ufficiali avevano chiuso rispettivamente al 4° posto Dovizioso (2'00"617) e al 7° posto Iannone (2'01"424), ma aldilà della posizione in griglia, possiamo notare che il distacco sia aumentato nonostante Lorenzo abbia girato più lentamente di Marquez (2015) di ben 0.422".
Concludo con una piccola postilla: i ducatisti si ricordano dei loro piloti ufficiali e li supporteranno per tutta la stagione, ma è anche vero che sono dei passionali e rivedere un giovane "pensionato" (dopo tre anni lontano dalle corse) che girando "ad cazzum" stampa un tempo che gli sarebbe valsa, oggi, la 6° posizione non può che farli sognare per un suo ritorno a tempo pieno. 
Ducati e Audi non sono una ONLUS, e se il suo ritorno non servirà a spronare i piloti ufficiali, vorrà dire che dovranno in qualche modo convincerlo a scendere in pista nuovamente per riportare in trionfo la Rossa di Borgo Panigale.