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giovedì 15 febbraio 2018

Andrea Iannone: dalla vittoria in Austria agli eccessi dello Showbiz

Andrea Iannone è stato per quattro anni un uomo Ducati, il primo a riportare la Rossa alla vittoria dopo Casey Stoner. Adesso pensa solo al gossip e ad Instagram? Così la pensa anche Carlo Pernat

Non parliamo di un pilota Ducati, perchè Andrea Iannone è ormai da fine 2016 il pilota di punta della Suzuki in MotoGP. Però parliamo di un pilota che è stato molto importante nella storia recente della Casa di Borgo Panigale, il primo in particolare a riportare alla vittoria in MotoGP la Desmosedici dai tempi di Casey Stoner. Il legame tra Andrea e la Ducati è stato senza dubbio molto forte e anche molto importante per la sua carriera, lanciandolo di fatto nel ristretto Olimpo di piloti considerati Top Rider. Ducati ha puntato molto sul talento di Vasto che in Moto2 è stato uno dei pochi a tenere testa a Marc Marquez in più occasioni, ed ha accompagnato la sua carriera fino all'approdo in MotoGP.

Le prime due stagioni in Pramac hanno confermato che Iannone ha talento in abbondanza, e a fine  2014 sembrava pronto per la moto ufficiale. La stagione positiva con una decima posizione nella classifica generale di stagione, sembrava la perfetta premessa al salto di qualità definitivo previsto per il 2015. In effetto questo passaggio c'è stato immediatamente, con Andrea Iannone sul podio alla sua prima gara da pilota ufficiale in Qatar, alle spalle di Rossi e Dovizioso.


La stagione 2015 è proseguita in modo molto positivo, con una serie di risultati utili che hanno confermato anche un'ottima crescita dal punto di vista della maturità del pilota, in grado di prendersi la quinta piazza della classifica generale a fine stagione, salendo sl podio anche in Australia. Poi è arrivata la stagione del 2016, che in qualche modo doveva essere quella della consacrazione e qualcosa si è inceppato. Tante cadute, davvero troppe. Tante reazioni sopra le righe e poi la mancata conferma in Ducati per il 2017 per far spazio a Jorge Lorenzo. 

Iannone è diventato suo malgrado per tutti "Iannone a Cannone", scatenando il web con Meme di ogni genere e scherzando sulla sua eccessiva aggressività. Il punto è che se un pilota cade molto, fa molti zeri durante la stagione e infatti nel 2016, nonostante la limpida vittoria in Austria che ha regalato un'enorme soddisfazione a Dall'Igna & Co, è stato solo nono in classifica generale, con altri 3 podi oltre la vittoria di Zeltweg e la sensazione di aver raccolto molto meno rispetto al potenziale a disposizione.


Lo scacchiere del mercato piloti, ha poi portato Iannone verso la Suzuki, con la volontà di non far rimpiangere quanto di buono fatto da Maverick Vinales e Aleix Espargarò sulla stessa moto. Purtroppo la stagione 2017, come tutti sanno, è definibile disastrosa per la Casa di Hamamatsu. Iannone non ha mai trovato il feeling con la GSX-RR e il miglior risultato di stagione è stato un tiepido quarto posto a Motegi. Il tredicesimo posto nella classifica generale suona come un fallimento totale per il pilota scelto da Davide Brivio, e le malelingue hanno iniziato a sprecarsi. Ovviamente al centro dell'attenzione del popolo di tifosi, è stato il cambio di approccio così repentino che ha avuto Iannone nei confronti della sua immagine Social. Prima che nascesse la sua relazione con Belen Rodriguez, il pilota non è mai stato particolarmente attivo su Instagram Facebook e tutti gli altri canali possibili. Da quando invece è nata la relazione con la bella showgirl argentina, anche Iannone ha iniziato a generare tonnellate di foto, selfie, immagini tutt'altro che naturali. Ha iniziato a "comunicare" in un modo che è abbastanza lontano dall'immaginario degli appassionati di motociclismo. 

Da sottolineare, che stiamo parlando proprio di questo tipo di pubblico, di quelli che considerano i piloti degli eroi indipendentemente dal piazzamento in classifica. Cosa c'è di eroico nel farsi l'ennesimo selfie con le labbra a canotto, le sopracciglia perfettamente rifinite e lo sguardo da trota salmonata? Questi sono comportamenti accettati e compresi da un pubblico estremamente generalista, abituato a guardare Barbara D'Urso  in TV venerandola come una Dea. I motociclisti hanno altre divinità. I motociclisti adorano imprese come quella di Jorge Lorenzo ad Assen, quando corse la gara con una clavicola operata al venerdì. I motociclisti adorano imprese come quella di Capirossi, capace di correre un'intera gara con una mano fratturata salvo poi svenire letteralmente una volta tornato al box. Stessa impresa compiuta da Max Biaggi ai tempi della 500 GP, un vero mostro quando sei perfettamente FIT, immaginate cosa fosse da gestire con una mano fuori uso. Fino a prova contraria, il motociclismo è uno sport per gente competente, che comprende il gesto tecnico, che è anche appassionato di meccanica magari. Ma soprattutto adora il coraggio di questi magnifici cavalieri del rischio, adora la sostanza delle cose. Un pubblico che dell'apparenza, spesso davvero non sa cosa farsene.


Questo cambio di attitudine di Andrea Iannone, è stato inizialmente "coperto" anche dal suo manager Carletto Pernat, uno che di piloti ne capisce davvero. Uno che ha gestito gatte da pelare complicatissime come Max Biaggi in Aprilia, uno che ha fato vincere la Dakar alla Cagiva, che ha fatto diventare Capirossi l'uomo della provvidenza per Ducati nel 2003. Insomma, uno che quando dice la sua, di solito ci prende. E le sue ultime dichiarazioni sono state abbastanza forti sul suo ormai ex assistito, reo secondo lo stesso manager di essersi troppo dedicato al gossip e troppo poco al motociclismo nell'ultimo periodo. Adesso per Andrea Iannone si apre una parentesi molto complicata della sua carriera. Se dovesse ritrovare competitività in sella alla sua Suzuki, riuscirebbe in un colpo solo a zittire chiunque dimostrando di non aver mai perso la concentrazione necessaria per esprimere il proprio talento e lottare al top nella difficilissima categoria MotoGP.

Se invece Iannone dovesse affrontare una seconda stagione difficile, purtroppo sappiamo tutti bene che non gli basterà un selfie con Belen per garantirgli un contratto da pilota ufficiale. A noi piaceva di più quando era "Iannone a Cannone". Magari cadeva tanto, magari osava troppo. Ma cacchio, quello si che voleva dire dare tutto! Gli appassionati vogliono questo. Di un profilo da milioni di follower, davvero non sanno che farsene. Anche perchè sulla moto a dare gas è solo uno, e in quel momento a tutto deve pensare, tranne che ai selfie. 

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