Amazon Ducatisti Integralisti Shop

domenica 25 marzo 2018

WSBK Gara2 Thailandia - La Pagella di PGreco


Davies
Voto:10&Lode
Dopo 3 manche non certo ai livelli del 2017, oggi si è rivisto il vero Davies: veloce e con un passo gara sui tempi da record della pista. Dopo un po' di bagarre nei primi giri, si pone alla caccia delle 2 Yamaha. Con staccate oltre il limite, in 4 giri, se le mette alle spalle e va a conquistare la prima vittoria stagionale.

Van Der Mark
Voto:9
Bella gara per i porta colori della casa dei tre diapason. La moto c'è e anche loro sono stati molto veloci, con VdM che questa volta è riuscito a regolare il compagno di squadra.

Lowes
Voto:9
Ora che la sua moto è performante per tutta la gara ottiene un ottimo podio.Con una Yamaha performante può seriamente impensierire Ducati e Kawasaki.

Rea
Voto:7
Gara altalenante. Parte bene ma quando è nel pieno della lotta non riesce a mantenere un buon ritmo e perde molta strada. Negli ultimi 6 giri trova il ritmo e ottiene un buon quarto posto che gli vale la testa del campionato.

Fores
Voto:9
Ora terzo in classifica e primo degli indipendenti. Il suo talento lo ripaga con ottimi piazzamenti.

Camier
Voto:7
Meno incisivo di gara1 ma sempre una bella prestazione sopratutto sapendo il potenziale, non certo al top, della sua Honda.

Melandri
Voto:5
Due gare da dimenticare che vanificano la doppietta in Australia. Urge sistemare al meglio la sua Panigale, perchè oltre a fargli sudare sette camice, rischia di diventare pericolosa sia per lui che per gli altri piloti.

WSBK Gara2 Thailandia - Chaz Davies profeta in terra Kawasaki


sabato 24 marzo 2018

WSBK Gara1 Thailandia - La Pagella di PGreco


Rea
Voto:10&Lode
In 4 edizioni e 7 gare Johnny ha dominato 6 manche su 7 sul circuito thailandese. Solo l’anno scorso Sykes gli tolse la gioia della vittoria in gara2. In una sola gara si rimette a soli 2 punti su Melandri. Rea come da 3 anni a questa parte è l’uomo da battere.

Fores
Voto:10
Come dico da anni ha un grandissimo manico e gran talento. Quest’anno la sua Panigale è più competitiva e lui riesce a sfruttarla bene conquistando un podio fantastico, portandosi a -9 da Melandri. Bravo Xavi.

Davies
Voto:8
Solo per il fatto di essere arrivato dietro alla moto del Team Barni non merita un voto migliore. Poi, come visto in Australia, quest’anno gli manca la sua consueta cattiveria che gli ha fatto perdere tempo dietro un Camier con gomme alla frutta.

Camier
Voto:9
Un dal gran talento e che stimo molto. Porta la Honda vicino al podio, e credo che il merito vada diviso per il 70% al pilota e solo al 30% alla moto.

Lowes
Voto:7
La Yamaha cresce sempre di più e riuscire a mettersi dietro Sykes con la sua fortissima verdona non è roba da poco.

Sykes
Voto:5
Per lui le gare dovrebbero finire dopo la Superpole. Qualche sprazzo di vitalità solo nei primi 5 giri, poi una gara anonima passata a difendersi dalle due Yamaha.

Van der Mark
Voto:6
L’anno scorso lo si dava più forte del compagno di squadra ma ora le prende fisso da Lowes.

Melandri
Voto: NC
Non so come valutarlo, buone qualifiche, nelle prove libere con il passo di Rea, un inizio di gara arrembante ma poi inizia ad andare lento apparentemente per un problema, piombando in ottava posizione per poi riprendere a spingere e girare come i primi negli ultimi giri. Spero che qualsiasi problema abbia avuto lo sistemi per Gara2. Per la sua classifica, per quanto siamo all’inizio, un brutto colpo.

WSBK Gara1 Thailandia - Vittoria di Rea, due Ducati sul podio.



WSBK Sp2 Thailandia - Doppietta Kawasaki



giovedì 22 marzo 2018

WSBK Fp1 Thailandia - Fores al comando



La Desmosedici GP18. Una vera Ducati

La GP18 ha accompagnato la cavalcata trionfale di Andrea Dovizioso in Qatar. Quanto sei cambiata pur restando fedele a te stessa, cara Desmosedici

La limpida vittoria di Andrea Dovizioso a Losail che ha esaltato i tifosi Ducati di tutto il mondo, ha in qualche modo fatto tornare alla mente l'incredibile affermazione di un certo Casey Stoner in sella alla Desmosedici nella sua gara di debutto per la Ducati, che risale all'ormai lontano 2007. Nessuno avrebbe puntato su una vittoria dell'australiano a quell'epoca, ma Casey zittì tutti con una prestazione maiuscola, mettendo in mostra un talento incredibile che prima di allora si era manifestato solo a tratti.

Sono passati tanti anni e la situazione è totalmente diversa oggi rispetto ad allora. All'epoca la Desmosedici era una moto assolutamente unica, dalle caratteristiche del tutto particolari e Casey Stoner divenne in poco tempo l'unico in grado di spremere il massimo potenziale da quella moto. Di acqua sotto i ponti ne è passata tantissima: prima l'abbandono di Stoner, poi l'epoca nera di Valentino Rossi e dopo gli anni di purgatorio prima dell'arrivo di Dall'Igna, che ha creato una moto totalmente diversa, un progetto completamente innovativo. 

La magica stagione 2007 fu soprattutto frutto dello smisurato talento di Casey Stoner, in grado da solo di far fronte col proprio istinto a qualsiasi situazione. Oggi c'è in sella Andrea Dovizioso, uno che di talento ne ha da vendere ma che di certo non ha la stessa indole selvaggia che per tanti anni ha caratterizzato il binomio composto da Stoner e la sua Desmosedici. Il "nostro" Desmodovi è un pilota diverso, che ama lavorare sulla moto, adora migliorare step by step fino a trovare la perfezione e oggi è l'unico in grado di spremere realmente tutto il potenziale della moto, che per quanto elevatissimo, resta un premio pregiatissimo per pochi eletti.


Ma c'è da sottolineare che anche questa magnifica fiera che chiamiamo Desmosedici GP18 ha ben poco da condividere con la sua progenitrice. In comune le due moto hanno forse solo il sistema Desmo e di certo nella sua ultima incarnazione sarà solo un cugino lontano di quello presente sulla moto che all'epoca portò per la prima volta il titolo MotoGP a Borgo Panigale. Quella GP7 era magnifica, eppure magnificamente difficile. Nessuno riusciva a domarla, neanche un mastino come Loris Capirossi, ben abituato a portare al limite le Rosse uscite dal reparto corse gestito a quell'epoca da Filippo Preziosi.

Quando Casey andò via, si iniziò a cambiare approccio, comprendendo che il valore aggiunto costituito dall'australiano era in pratica impossibile da replicare con qualsiasi altro pilota in sella, come hanno dimostrato i due anni di autentico purgatorio targati Valentino Rossi. Compresa la necessità di cambiare strada e affidate le redini del progetto a Gigi Dall'Igna, le cose hanno iniziato a cambiare e sempre più spesso una Desmosedici si è presentata nelle zone alte della classifica, dopo averle quasi dimenticate nel periodo 2011-2014. Dal 2015 le cose sono costantemente migliorate, fino a questo incredibile inizio di stagione, con Dovizioso capace di riportare la vittoria alla Ducati nel GP inaugurale dopo il 2009, merito all'epoca del solito Casey Stoner. 

Quanta strada è stata fatta da quell'epoca, quanti sacrifici e quanti km percorsi in infiniti test alla ricerca della soluzione perfetta. La moto ha cambiato forma, ha modificato in modo sostanziale i propri connotati, eppure c'è una cosa che proprio non riesce a cambiare: il proprio DNA. Perchè la realtà è proprio questa, una Ducati è una Ducati.


Non sarà mai una moto per chiunque, non sarà mai una moto "facile". La Desmosedici non è più una moto quasi impossibile per chiunque, ma resta in ogni caso una moto unica. Una Ducati. In questo momento Andrea Dovizioso sta facendo quello che fece Stoner, recitando il ruolo di unico interprete di eccellenza di questa splendida sinfonia ingegneristica tutta Made in Italy. Presto arriveranno altre soddisfazioni e tutti speriamo che anche Jorge riesca a trovare la chiave di lettura per portare al limite la GP18. Nel frattempo godiamoci il Dovi, anche se per il momento è costretto a recitare da solista, nel pur affascinante ruolo di punta di diamante dell'armata italiana in MotoGP.

Tutto sommato, siamo Ducatisti e le moto ci piacciono così: belle, piene di carattere e assolutamente non per tutti. Esattamente come la Demsosedici GP18. Inizia a essere una moto che fa andare forte in molti. Ma non sarà mai una moto con cui andranno forte tutti. 

domenica 18 marzo 2018

Motogp Qatar - La Pagella di PGreco


Dovizioso
Voto:10&Lode

Grandissimo Dovi. Fa la prima parte della gara da ragioniere. Ma piano piano uno dopo l'altro passa tutti gli avversari sino ad arrivare dietro a Marquez e Zarco.
Alla fine la lotta, come per il mondiale 2017, si restringe tra Dovi e Marquez che sino all'ultima curva si sfidano a suon di sorpassi, ma è Dovi che meritatamente vince. E pensare che le uniche vittorie in Qatar per Ducati erano di Stoner, Dovi ottiene un ottimo risultato.

Marquez
Voto:10
Bella gara dello spagnolo. Sempre nelle prime 4 posizioni. Alla fine si cimenta in una bellissima lotta con il Dovi, dimenticandosi che Dovizioso o lo passa prima o all'ultima curva ti risponde sempre in modo impeccabile come ha fatto oggi. Bell'inizio di campionato con i due protagonisti del mondiale 2017 già ai ferri corti.

Rossi
Voto:9
Gran gara di Rossi. Protagonista sino alla fine ma con i due mastini la davanti non può fare molto. In gara riesce sempre ad ottenere un risultato migliore di quello che le qualifiche dicono.

Crutchlow
Voto:8
Fa una gara sempre con i primi. Non fa cavolate e prende un ottimo quarto posto.

Petrucci
Voto:8
Ottima prima parte di gara, ma la scelta delle doppie soft lo penalizzano. Nonostante tutto combattendo con la sua D16 ottiene un ottimo quinto posto.

Viñales
Voto:6.5
Metà gara passata nelle retrovie, ma sul finale riesce ad agguantare un sesto posto che vale oro per come era iniziata.

Zarco
Voto:5
Fa tutta la gara davanti, ma pecca di troppa sicurezza e dopo aver consumato le gomme precipita in 4 giri dal primo al 8 posto.

Lorenzo
Voto:NC
Come si sette nel replay la moto perde giri, va lungo e cercando di rientrare in pista cade. Vedendo la gara di Viñales non sappiamo realmente cosa avrebbe potuto fare.

Motogp Qatar - Dovi is the Man !!!